L'UOMO VITRUVIANO



Vitruvio, nello spiegare il significato della "eurythmia" e della simmetria stabiliva un paragone fra il corpo umano ideale e quello di un edificio. L'euritmia o armonia di un corpo umano dipende dall'aspetto e dalla disposizione delle sue parti anatomiche.

La composizione di un tempio greco esprime la ricerca della simmetria, "il cui calcolo gli architetti debbono scrupolosamente conoscere e applicare". La simmetria nasce dalla proporzione e pertanto ogni tempio deve essere ispirato ad entrambe e ogni suo membro dovrà essere dimensionato in modo esatto, come si conviene ad un "uomo ben formato". 

La Natura, che l'architetto deve imitare, ha composto il corpo dell'uomo ideale in modo tale che il viso, se misurato dal mento alla sommità della fronte e alla radice dei capelli, corrisponde a un decimo dell'altezza del corpo. La stessa proporzione si presenta nella mano aperta se viene misurata dalla sua articolazione fino alla punta del dito medio. L'altezza del viso si divide in tre parti uguali: dal mento alla base delle narici, dal naso fino al punto d'incontro con le sopracciglia e da queste alla radice dei capelli. Il piede è la sesta parte dell'altezza del corpo e così via.

Rispettando tali proporzioni i pittori e gli scultori dell'antichità ottennero grandi elogi. Alla stessa maniera, le misure delle parti di un tempio dovranno avere una stretta corrispondenza e concordanza con il tutto.


Il corpo umano ha inoltre un centro che corrisponde all'ombelico. Se infatti "si collocasse supino un uomo colle mani e i piedi aperti e si mettesse il centro del compasso nell'ombelico, descrivendosi una circonferenza si toccherebbero tangenzialmente le dita delle mani e dei piedi. Ma non basta: oltre lo schema del circolo, nel corpo si troverà anche la figura  del quadrato. Infatti se si misura dal piano di posa dei piedi al vertice del capo,  poi si trasporterà questa misura alle mani distese, si troverà una lunghezza uguale all'altezza, come accade nel quadrato tirato a squadra" (Vitruvio, De Architettura, a cura di Silvio Ferri, F.lli Palombi, Roma 1960, III, 1, 4, p. 97).

Questo brano, in cui Vitruvio riconduce l'uomo ideale (microcosmo) alle figure geometriche della circonferenza e del quadrato -simbolo dell'universo e della terra (macrocosmo)- ha affascinato schiere di architetti che, a partire dal rinascimento, si sono cimentati nella traduzione grafica di tale insegnamento. Fra questi, va ricordato il famoso disegno di Leonardo da Vinci, conservato presso le Gallerie dell'Accademia di Venezia; quello di Fra' Giocondo, pubblicato nel suo trattato a Venezia nel 1511 e quello di Andrea Palladio, pubblicato nel commento a Vitruvio di Daniele Barbaro, uscito nell'edizione latina del 1567.